Ennesima sveglia all’alba per dirigerci verso la zona della Quebrada de Cafayate. A differenza di quella di Humahuaca, questa non è patrimonio UNESCO ma, sia la guida della planet che amici argentini, ci hanno caldamente consigliato di visitarla. La strada quindi che va da Salta a Cafayate è costituita da un selvaggio paesaggio di arenaria riccamente colorata, con formazioni rocciose scavate dal rio de las Conchas, mostrando inoltre strati sedimentari i cui colori esibiscono una straordinaria gamma di tonalità, passando da un intenso rosso ocra a un verde etereo.
Di tutte le formazioni rocciose, posizionate lungo la rotta, le più notevoli sono la Garganta del Diablo (gola del diavolo), le cui fenditure nella roccia sono davvero eccezionali e l’anfiteatro, chiamato così per l’eccezionale acustica ivi presente.
Anche Cafayate è una zona vinicola di alta montagna ed il vino ivi prodotto possiede tutte le caratteristiche di un vino di altura, vera e proprio slogan con il quale viene venduto. In definitiva, sia i vini argentini, che cileni, sono molto buoni ma differentemente da quelli italiani, non possiedono un’anima che li caratterizzi e li dia quelle qualità eccezionali che fanno del vino italiano il migliore al mondo!
Arriviamo, dopo la visita ad una locale bodega (cantina), a Cafayate per pranzare, approfittando del tempo per poter visitare la città. In realtà, a parte la piazza centrale, Plaza San Martin, non vi è molto da vedere se non la cattedrale che non possiede alcun elemento degno di nota; Cafayate, infatti, è famosa per il vino e per le cantine e non per i monumenti!
Da ricordare dopo pranzo la visita, assolutamente casuale, ad un vero e proprio museo dell’auto antica. Di fronte al ristorante non possiamo notare come un intero capannone, con lo spazio esterno, sia pieno di auto antiche ivi parcheggiate. Facendomi coraggio, attiro l’attenzione del proprietario che, dietro mia insistenza ci permette di visitare l’interno. Tutte le auto erano in restauro, condotto personalmente da lui e ho potuto ammirare almeno 10 auto molto eleganti tra cui una lancia degli anni ’40, il cui modello ha vinto il concorso di eleganza a Sanremo. Prima di uscire il signore mi mostra una Harley Davidson del 1911! inutile dire che stare in quel capannone mi ha fatto letteralmente impazzire!
Torniamo, finalmente a Salta (rispetto ad ieri il tempo trascorso in auto seduti è stato maggiore), ritornando in ostello per poi uscire immediatamente a fare un ultimo giro in città a piedi (cena a La Tacita a base di Humita e Tamales). Verso le 23, con un taxi (una fiat uno bianca!), arriviamo al terminal bus per partire alle 23:30 verso San Pedro di Atacama, in Cile (torniamo in Cile!).
Lascia una risposta