Per vedere l’alba, stamattina la sveglia suona alle 6; la posizione dell’isola fa sì che le prime luci sorgano sul tardi intorno alle 7 e 10. Il sito, Ahu Tongariki, dista mezzora di cammino in scooter; percorrere la strada costiera, senza incontrare nessun veicolo, è semplicemente pura magia. Arrivati ad Ahu tingariki, lungo il circuito nord-orientale dell’isola, troviamo molte persone che, attrezzate di macchine fotografiche, stanno aspettando le prime luci dell’alba per godersi lo spettacolo. I quindici moai qui presenti, sono semplicemente spettacolari e il sito viene impreziosito dai resti del villaggio e dai petroglifi scolpiti su alcune pietre. Non potendo fare colazione, siamo costretti a tornare ad Hanga Roa. Non potendo fare colazione, siamo costretti a tornare ad Hanga Roa.
Ritorniamo quindi verso Ahu Tongariki; lungo il percorso, ci fermiamo ad ammirare altri siti moai quali ahu vaihu, Ahu Akahanga e Ahu Hanga Tetenga. I moai qui presenti sono ancora caduti e per terra.
Finita la visita a questi tre siti ci dirigiamo verso Rano Raraku, originaria cava moai degli antichi isolani. Posizionato a circa 18 km da Hanga Roa, questo vulcano costituiva la cava da cui venivano estratti i blocchi con cui scolpire i moai, rimasti disseminati in questo magico luogo. La visita inizia dal cratere, oramai, trasformato in un lago così come accaduto al vulcano vicino Orongo. La passeggiata continua poi ammirando gli altri moai sparsi per il sito, arrivando al singolare moai Tukuturi, scopito in posizione inginocchiata, dalla cui posizione si può scorgere in lontananza il sito di Ahu Tongariki.
Continuando il tour ci fermiamo per ammirare altri petroglifi, quelli di Papa Vaka, raffiguranti un tonno, uno squalo, una piovra e una grande canoa.
Concludiamo la giornata pranzando per poi rilassarci e fare un tuffo nelle splendide acque dell’unica spiaggia dell’isola, Anakena. Qui, l’Ahu Nau Nau, costituito da sette moai alcuni dei quali completi di acconciatura, fa da splendida e suggestiva cornice a questa spiaggia paradisiaca. L’acqua è trasparente e pulita ma freddissima; un cileno, notando i miei brividi di freddo, essendo appena entrato in acqua, mi prende in giro, consigliandomi di andare nel sud del cile vicino alle zone vulcaniche che, per la loro presenza, riscaldano le acque ben oltre la temperatura dell’isola di Pasqua. Terminiamo quindi la visita all’isola godendoci il pranzo direttamente in spiaggia, il mare e l’acqua di questa spiaggia.
Conclusa la giornata torniamo in ostello per riposarci e prepararci all’ultima serata a Hanga Roa.
Domattina si torna a Santiago, con un volo ci circa cinque ore (una in meno dell’andata). Tornare personalmente è sempre qualcosa che, per quanto possa essere stata lunga la vacanza, mi mette sempre moltra tristezza. Difficilmente rivedrò questi luoghi meravigliosi! Il mondo è talmente grande che bisogna vederlo tutto!
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